spettacolo

Gracias a la vida

di Enrico IannielloTony Laudadio
con Enrico Ianniello, Tony Laudadio, Vincenzo Ferrera e Francesco Paglino nel ruolo di Cristoforo
regia Enrico Ianniello e Tony Laudadio
scene Alberto Guarriello
costumi Teresa Cibelli
disegno luci Fabio Ianniello
aiuto regia Francesco Paglino

una produzione Teatri Uniti, O.T.C. Onorevole Teatro Casertano, SempreApertoTeatro Garibaldi - 2003

 

Da un freddissimo inverno all’autunno successivo, in un angolo musicato di una metropoli, Sasà, Carlo e Elio vivono nell’attesa di un passante, di uno spettatore per il loro piccolo show.
Ma il luogo è poco frequentato e il guadagno molto, molto scarso.
Ogni stagione, insieme alle sue pene, ci racconta un frammento della storia di questi tre suonatori non ambulanti. Sasà sapeva tagliare i capelli, era barbiere. Carlo ha suonato con Raul Casadei in un fantastico capodanno. Elio ha viaggiato moltissimo, alla guida del tram numero 29.
Le loro particolari interpretazioni dei grandi classici li traghettano da una stagione all’altra, li riscaldano nella neve, li entusiasmano in primavera, li rinfrescano nella calura, li asciugano dalle piogge autunnali.
Il loro cavallo di battaglia è Gracias a la vida , appassionato inno alla malasorte:

“gracias a la vida / che mi ha dato molto /
ma è certo di più / quello che mi ha tolto
già non ero ricco / ora non ho niente/
non avevo lusso / ma ora son pezzente
e non si può dire ch’io sia intelligente “

Ma Carlo, Elio e Sasà non si avvedono, in verità, di  attraversare il loro purgatorio.

Grazie ad un rocambolesco incidente, infatti, da sconosciuti che erano si sono ritrovati compagni per forza in questo piccolissimo mondo regolato da norme molto severe e per lo più incomprensibili che li aiuteranno, lentamente, a scoprirne il funzionamento. Perché questa nuova forma di vita consiste, appunto, in null’altro che questo: suonare per un pubblico inesistente - o invisibile - fermi nell’ultimo luogo che ha visto battere i loro cuori.
Solo quando, attraverso i discorsi più strampalati, giungeranno alla piena consapevolezza della loro sorte, potranno abbandonare gli strumenti e prepararsi per un nuovo luogo e per un altro tempo.

Sasà: E allora adesso dove sarà, Samuele?
Carlo: In paradiso?
Elio: O all’inferno.
Sasà: O in un altro posto per sei settecentomila anni a fare, che ne so, la ballerina…

Iscriviti alla newsletter!

Dopo aver letto la informativa sul trattamento dei dati personali ,