spettacolo

Vasta è la prigione

di Assja Djebar

traduzione Antonietta Pastore

lettura scenica di Licia Maglietta
costume Katia Esposito
direzione tecnica Lello Becchimanzi
foto di Marco Caselli

una produzione Teatri Uniti - 2005

Licia Maglietta ci conduce in una storia appassionata, carica di sentimenti contrastanti, tra le pieghe dei sentimenti e dell'animo di una donna per la quale l'amore diventa un proibito moto di libertà. La protagonista è Isma una giovane donna algerina sposa di un uomo amato ma senza una passione ancora conosciuta. In un percorso in cui nulla viene omesso o edulcorato,  la donna cerca nei più riposti meandri della memoria gli indizi del suo malessere. Il suo desiderio di affrancamento giunge a rivelare, ma anche a rimuovere salvificamente,  gli antichi e reiterati oltraggi alla sua identità di donna, una tra le tante segregate e soffocate tra le spire di una “tradizione” sconcertante nel suo radicale anacronismo.

Le parole di Assia Djebar permettono a Licia Maglietta di dar voce ad un nuovo personaggio femminile con la forza e la sensibilità che la caratterizzano.

«Come se una passione scompigliasse, come se al contrario non venisse, senza preamboli, a rimettere in ordine, in qualche modo a fare la pulizia dell'anima, ridare agli impulsi il loro movimento primo, la loro purezza. Come se l'amore arrivando come un sisma di silenzio o di panico, non riportasse, nel crollo dell'ordine apparente che si sfalda, una geologia originaria.»

Assia Djebar

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